Caf News 24, Speciali

ANCORA NOVITA’ SULLA LEGGE DELEGA DI RIFORMA FISCALE

Mi perdonerete spero, se provo a rubare la vostra attenzione con qualcosa di non troppo tecnico, lo farò coinvolgendovi nello stuzzicante ragionamento sul futuro e di come questo possa essere tratteggiato a tinte meno fosche di quelle che spesso siamo portati ad immaginare.

Ricordo che qualche anno or sono, ospite ad una trasmissione che tracciava le vie di una futuribile riforma fiscale, alla domanda postami dal conduttore su quello che poteva essere il fulcro di una possibile riforma fiscale, senza tentennamento alcuno, risposi: un processo di razionalizzazione dei versamenti delle imposte.

Come dire che, intervenire sui complessi gangli di determinazione del carico fiscale non è semplice, anche perché sono ancorati a dati macroeconomici rispetto ai quali è spesso difficile prescindere. Per questo ipotizzavo un fisco più friendly, la cui prima novità potesse essere un processo di umanizzazione della macchina erariale, che tenesse ad esempio conto dei momenti in cui viene a battere cassa; lo fa prima delle vacanze estive, lo fa prima delle vacanze natalizie! Per le aziende mettiamoci pure il pagamento delle tredicesime e delle quattordicesime, evento che arriva a generare un loop pazzesco, perché se le aziende non pagassero anche le tredicesime e le quattordicesime nei momenti caldi del fisco, si sommerebbe all’impossibilità di far fronte alle spese legate ai specifici periodi dell’anno anche l’impossibilità di pagare le imposte che dragherebbero per intero le risicate disponibilità dei cittadini.

Poi al TG ci sommergono di comunicati che denunciano prima, durante e dopo le festività che la spesa familiare evapora ogni anno sempre di più, chissà perché?

La riforma che lentamente sta nascendo, pur se ancora afflitta da tanta ideologia, qualche segnale inizia a darlo, e questo non può che donarmi speranza e lo fa, a mio parere, imboccando la via giusta, cioè quella di porre su piani il più possibile allineati, cittadini e istituzioni, declinando così in ambito fiscale i principi di sussidiarietà, che dovrebbero portare a investire l’attività dell’agenzia delle entrate di una proprietà fino ad oggi sconosciuta, la fiducia nei confronti dei contribuenti e non già come ogni volta accade, accessi o richieste ammantate da un pregiudizio nei confronti dei cittadini e ci metto pure, gli operatori del settore ( vedi sanzioni 36ter).

Come dire che dietro l’errore, non c’è sempre e comunque la volontà di arrecare danno all’erario o che allo stesso modo dietro ad un mancato pagamento, non sempre c’è la volontà di spendere i propri soldi in altro modo, credo e sono certo di non sbagliare, che il processo di amministrazione condivisa genererebbe quell’inevitabile accrescimento del senso di responsabilità che innatamente insiste laddove veniamo investiti della incondizionata fiducia da parte di chi ci è difronte, che poi è lo Stato, cioè noi! (mi fermo altrimenti entro nuovamente in loop)

Credo possa bastare con le dissertazioni, perché il rischio è che mi lasciate a metà del guado, vado perciò al dunque di questo mio breve intervento.

Chi fra voi non ha mai avuto la richiesta da parte dei contribuenti della possibilità di rateizzare anche i secondi acconti?

Siete tanti è vero, ma pur acuendo lo sguardo non mi sembra di scorgere all’orizzonte manine alzate, bene anzi male.

Come se non bastasse quando questo accade la risposta è sempre la stessa: “purtroppo no, il secondo acconto non è rateizzabile”, i più arditi fra noi profetizzano la residuale possibilità in modalità: “ do it yourself ” , cioè  operando ravvedimenti parziali che sappiamo, possono essere perpetrati ad esclusivo rischio e pericolo di coloro che vi accedono, ma non basta, FASE 2: si apre la discussione su quale possa essere la misura di questa auto dilazione, 20% , 10%, 5%, 36,24% …  a questo punto siamo ad un passo dal baratro, ne nasce una discussione al cui confronto l’asta del mercato del pesce di Palermo è davvero nulla.

Amo sdrammatizzare, ma dietro queste situazioni si cela il nemico numero uno del rapporto fisco – contribuente, la mancanza di umanità, ogni giorno nostro malgrado siamo costretti a constatare che sempre di più ci si deve confrontare con elementi esterni alla nostra volontà che inevitabilmente impongono scelte dolorose: la guerra, la crisi energetica, l’inflazione, la siccità, le alluvioni… mancano solo Godzilla o King Kong.

Ma qualcosa si muove, in Commissione Finanze della Camera sono stati approvati i primi emendamenti che riscrivono alcune parti del disegno di legge delega di riforma fiscale presentato all’esame parlamentare per l’approvazione definitiva.

In particolare (ve ne sarebbero anche altri interessanti) segnalo FINALMENTE, la possibilità di spalmare su più mensilità (6!) il pagamento del secondo acconto IRPEF, da tempo un obiettivo di una linea politica riformatrice, orientata a garantire una distribuzione del carico fiscale nel corso di più mesi dell’anno.

Avere la possibilità di rateizzare durante tutto l’arco dell’anno il carico fiscale può rappresentare un indubbio vantaggio per pianificare al meglio i flussi finanziari delle imprese e dei lavoratori autonomi.

A questo si aggiunge la possibilità di rivedere al ribasso la misura delle ritenute di acconto che sovente generano crediti strutturali di difficile monetizzazione.

Concludo come ho aperto e cioé con la speranza di aver fornito un motivo di sollievo, non tanto e non solo per il provvedimento in se, che è poca cosa rispetto a tutto quello che occorrerebbe, ma soprattutto per aver sottoposto all’attenzione dei tanti che ci seguono (vi ringrazio perché siete davvero tanti) questo progressivo processo di umanizzazione della macchina pubblica, come dire … funziona meglio l’intelligenza artificiale o la stupidità umana ?